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Vernici all'acqua: perché non sono naturali Durga

Cosa sono le vernici all'acqua e perché non sono naturali

Con il termine vernice all'acqua oggi si intende un prodotto "Sano" ed "Ecologico". Certo, questo tipo di vernice contiene acqua, ci mancherebbe, ma ciò non è sufficiente per poter definire questi prodotti come naturali, ecosostenibili o biocompatibili.

In questo articolo vogliamo spiegarvi come funzionano le vernici all'acqua e fa l’acqua ad acquisire proprietà vernicianti? E che dire delle altre componenti..?

Vernici all'acqua: perché non sono naturali

Per fare chiarezza: Vernici all'acqua = Vernici acriliche!

Usando le parole correttamente, quelle che erroneamente vengono chiamate vernici all'acqua sono invece da definirsi vernici acriliche.

Ossia, vernici in cui il cuore del prodotto - detto “legante” o “colla” - è la resina acrilica (l’acrilstirolo-copolimerizzato, per l'esattezza, un derivato del petrolio).

La caratteristica principale della resina acrilica, quella che entra in gioco nelle vernici, è quella di essere emulsionabile in acqua.

Tanto per avere un'idea: il plexiglass ha una composizione simile alla resina delle vernici acriliche. Ma allora che cosa c’è in una vernice acrilica, e perché mai alcune di queste vernici, vantano etichette ambientali come l’Ecolabel e possono chiamarsi ecologiche, mentre una vernice fatta con il buon vecchio “olio di lino” no?

Anche questo è presto spiegato.

Perché il nostro "plexiglass" possa essere utilizzato in forma fluida e applicato per esempio sul nostro bel tavolo di legno per proteggerlo e abbellirlo, non è ovviamente sufficiente aggiungere un po' d'acqua.

Il ruolo dei Co-solventi nelle vernici all'acqua

Occorrono dei co-solventi, degli emulsionanti, dei reticolanti.

Ma non solo: il nostro "plexiglass", per diventare solidale con il legno deve potersi "attaccare bene". E per questo bisogna aggiungere altre sostanze, quelle dette "bagnanti".

E come in tutte le buone ricette sane, non può mancare neppure del conservante (il più economico e pratico è la formaldeide).

Da una ricerca condotta in Italia da BioediliziaItalia, in Danimarca da Arbetsmiliøfondets forsknings rapporter, in Germania da H. Fischer (Chimica Pulita, Ed. Tecniche Nuove) risulta che i più usati additivi e co-solventi delle vernici acriliche sono:

  • Co-solventi: isoparaffine e ragie minerali o benzine. Sono solventi petroliferi che sono permessi nei “prodotti a base acqua”, così recita la legge 161, fino a 150 gr/litro. Di fatto contribuiscono all'effetto serra in virtù del contenuto CO2 equivalente poiché di origine petrolifera. Le ragie minerali e le benzine, meno pregiati delle isoparaffine, contengono sostanze aromatiche.
  • Disperdenti: tensioattivi di varia natura.
  • Antischiuma: generalmente prodotti siliconici o poliglicoli.
  • Emulsionanti: esteri amminici, etil-ammine, ammoniaca.
  • Conservanti: tra i più diffusi, formaldeide, isotiazolinone.
  • Reticolanti: Etil urea, isocianati.
  • Coloranti: oltre agli ossidi di ferro e coloranti comuni troviamo anche Blu a base di cobalto, ftalati, coloranti azoici.

Gran parte di questi componenti non provengono da fonti rinnovabili ma dal petrolio. Spesso (formaldeide, ragie minerali) hanno una potenziale tossicità per l'organismo umano e per l'ambiente. Inoltre, la stessa resina acrilica (l’acrilstirolo copolimerizzato) contiene parti del monomero (es. acido metacrilico) da cui è stata sintetizzata.

E c'è di più...

Inoltre, se nella formulazione vengono utilizzate etil-ammine per emulsionare la resina con l’acqua e questa contiene nitriti (presenti in molte acqua potabili) si formano velocemente le “Nitrosammine” sostanze estremamente cancerogene.

Se ci chiediamo perché la comunità europea consente di etichettare vernici acriliche, che abbiano ottenuto il marchio Ecolabel, come “Ecologiche” è un mistero, poiché come vediamo non è sufficiente che in un prodotto si riduca una parte dei solventi utilizzati con acqua per definirlo sano, ecologico.

Oggi si arriva all’assurdo in cui si associano questi prodotti al concetto di Bioedilizia, la quale alla sua base mette l’utilizzo consapevole dei materiali da costruzione e da finitura.

Secondo la Bioedilizia è fondamentale usare sostanze naturali sane, provenienti da fonti rinnovabili per garantire non solo il rispetto ambientale ma il massimo comfort abitativo. È consuetudine in questo contesto che i produttori forniscano con i loro prodotti una dichiarazione completa dei componenti. Questo è un atto di trasparenza e presa di responsabilità, che vale più di ogni certificazione commerciale.

Sappiamo da ricerche condotte negli USA, ma anche in Italia dal CNR, e dalla Regione toscana nelle scuole locali, che l’inquinamento indoor è superiore in media di 6-8 volte a quello esterno delle nostre città, proprio a causa delle sostanze chimiche contenute ed emesse in vernici, colle, detergenti, indumenti .

La situazione delle vernici all'acqua è solo un esempio di una cultura poco attenta alla trasparenza delle informazioni e alla salvaguardia della salute della popolazione.

Se in edilizia, invece di consentire un uso improprio di parole come eco, bio, sostenibile ecc., si obbligassero i produttori a dichiarare integralmente i componenti di pitture, colle, vernici, detergenti, cementi e altri prodotti che entrano stabilmente a convivere con noi nelle nostre case, ci sarebbero un po’ di consapevolezza e benessere in più.

Fonti

  1. 206-09 - PROGETTO INDOOR: UNO STUDIO SUL COMFORT E SUGLI INQUINANTI FISICI E CHIMICI NELLE SCUOLE TOSCANE I risultati di un progetto promosso dalla Regione Toscana che ha coinvolto tutte le Aziende Sanitarie Locali della regione.
  2. Herman fischer - La chimica dolce – ed. Tecniche nuove.
  3. BioediliziaItalia
  4. Mosca - Vernici e vernici, tumori e tumori - s. color
  5. Rapporto CNR.

 

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